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Il caso di Giovanna Civitillo: è davvero la "metà di una mela"?

Aggiornamento: 20 gen 2022

È il 9 gennaio 2022 quando Giovanna Civitillo, ex ballerina de l’Eredità e attuale moglie del conduttore Amadeus, si commuove di fronte al suo passato da ballerina. Seduta sulla poltrona di Domenica In, con gli occhi lucidi e la voce tremante, sceglie di aprire il proprio cuore al pubblico: “Ancora oggi, quando vado a teatro, piango al momento dell’applauso”. È allora che il web si scatena, lasciando dietro di sè una scia di commenti per niente piacevoli. Da chi si è solo indispettito a chi ha creato esilaranti hashtag (vedi #freegiovanna), l’opinione della maggioranza sembra essere piuttosto chiara: lei è una vittima del patriarcato che non ha saputo emanciparsi. Scegliendo di stare con il suo Ama, come lo chiama lei, ha preferito l'amore ad una carriera che, a distanza di anni, rimpiange amaramente.


La mia domanda è: perchè la rinuncia viene solitamente letta come una sconfitta? Perchè non vederla, invece, come parte integrante e inevitabile di quella stessa soluzione che abbiamo ritenuto essere migliore per noi in quel momento?


Intendiamoci, alcune considerazioni sono anche lecite: nessuno la costringeva a dover fare una scelta drastica tra la famiglia e la carriera. Certo, diventare prima ballerina della Scala e madre allo stesso tempo non sarebbe stato semplice, ma lei e il marito avrebbero avuto le possibilità per trovare delle alternative, come ad esempio assumere una baby-sitter a tempo pieno. Insomma, sul fatto che avrebbe potuto prendere decisioni diverse siamo tutti d’accordo. Eppure, per qualche strano motivo, si dà quasi per scontato che lei sia stato l'elemento passivo della coppia, togliendo dignità alla strada che ha scelto di percorrere. Persino la conduttrice si tradisce quasi subito, facendole notare che ha trascurato la sua carriera, una professione “VERA”. Ma perchè?


Tutti hanno in mente il pianto della showgirl mentre ripensa alla danza con nostalgia, ma nessuno si ricorda della sua reazione in un’altra intervista del 2019 che ha avuto sede sempre a Domenica In. Lasciandosi andare ad un pianto singhiozzante di fronte alle immagini del matrimonio tra lei e Amadeus, queste sono le poche cose che è stata in grado di dire in quel momento:


Il vero amore è uno e io l’ho incontrato. Lui è il senso della mia vita, è quello che io volevo”.


Perchè le lacrime dedicate all’amore della sua vita vengono bellamente ignorate mentre quelle verso il suo passato da ballerina sono prese talmente sul serio da creare una sommossa popolare? Se la Civitillo avesse scelto la danza al posto del conduttore, la reazione del web sarebbe stata la stessa?


Una cosa che ho trovato parecchio irritante durante la loro chiacchierata è il ribadire incessantemente che lei e Amadeus sono due metà di una mela. In coppia, così come nella vita, non si può parlare di “mezze mele”. La Civitillo ha sogni, desideri, ambizioni, fragilità, debolezze, ed è proprio l’essere una mela “intera” che le ha reso così difficile trovare un compromesso fra due mondi che ha dimostrato di amare moltissimo, quello della danza e quello della famiglia. Non è tanto questione della scelta in sè quanto il conflitto che ha vissuto nel mentre, a prescindere da ciò che avremmo fatto noi. Ogni decisione importante comporta dei sacrifici e viene difficile pensare che Giovanna non avesse tenuto conto di tutte le possibili conseguenze, anche quella di poter diventare famosa per essere la “moglie di Amadeus” piuttosto che per il suo talento.


In sintesi? Io non leggo le sue lacrime come quelle di una "sottona" incapace di imporsi. Vedo, semmai, qualcuno che si è trovata nella situazione di dover mettere sul piatto della bilancia le cose che più amava al mondo, proprio perchè sentiva che non sarebbe stata in grado di portarle avanti allo stesso modo. Come lei stessa ha ammesso, questi sacrifici le sono costati ma, alla fine dei conti, ha accettato di conviverci. Così come ci sono stati in passato, allo stesso modo questi "conti" la accompagneranno per il resto della sua vita, anche nel caso in cui decidesse di tornare a ballare. Sono proprio questi a rendere lei, come tutti noi, una persona libera di scegliere il percorso migliore per sè.


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