Mask Fishing - Toglieteci tutto ma non la mascherina
Aggiornamento: 23 apr 2022
Il 1° maggio si avvicina e con lui la possibilità di togliersi queste benedette mascherine per sempre. Dopo due anni di patimenti e sacrifici, potremmo dare per scontato di essere tutti ugualmente felici di togliere questa utile ma fastidiosa restrizione. Eppure cadremmo in errore, perché di gente preoccupata ce n’è, e tanta: mai sentito parlare sui social di Mask Fishing?. Si tratta di un nuovo slang americano nato lo scorso anno su TikTok che indica la paura di mostrare il proprio volto quando ci si abbassa la mascherina.
Sembra infatti che in questi due anni le mascherine abbiano assunto pian piano il ruolo di uno scudo che protegge non solo dal COVID-19, ma anche dai possibili commenti altrui. Ciò fa sì che tra molti adolescenti dilaghi una crescente preoccupazione all’idea di togliersi l’ormai fidata FFP2.
“L’adolescenza è caratterizzata da insicurezza verso il proprio corpo e il bisogno di conformarsi alle pressioni sociali” ha affermato la psicologa clinica Sophia Choukas-Bradley in un articolo del New York Times “In questa delicata fase della vita è come se i giovani avessero la sensazione di avere un ‘pubblico immaginario’ il cui unico desiderio è quello di tenere gli occhi puntati sui loro difetti. Per questo lo status sociale e gli standard culturali di bellezza diventano estremamente importanti”.
Molti genitori potrebbero essere così tentati di sdrammatizzare questa percezione con frasi come “A nessuno importa di come appari” oppure “Non dovresti preoccuparti di mostrare la tua faccia!”. Ma si può davvero parlare di un pubblico “immaginario” dal momento che la maggior parte degli adolescenti condivide queste paure? E nel caso in cui questo pubblico non fosse davvero così immaginario come si crede… Come si può gestire il cruccio di mostrare il proprio corpo?
Se da una parte infatti l’ansia di un pubblico scrutatore nasce soprattutto da profonde insicurezze legate in primis al proprio aspetto, dall’altra la ricerca (e la critica) di dettagli fisici che rientrino o meno in una presunta perfezione porta a spostare l’occhio sui corpi altrui. Non è un caso che episodi di bullismo si verifichino maggiormente proprio durante la fase dell’adolescenza. Eppure, per quanto l’occhio vigile e attento dei coetanei possa spaventare, dall’altra può trasformarsi in un’importante affinità.
Il proprio e altrui sguardo indagatore può assumere un significato diverso e diventare un modo per poter finalmente parlare di sentimenti di inadeguatezza difficili da esprimere, soprattutto in giovane età. La paura di abbassarsi la mascherina per il timore di essere giudicati può essere usata per condividere le proprie vulnerabilità. Allo stesso tempo, anche i genitori possono svolgere un ruolo importante in questa delicata fase di ritorno alla normalità, conversando con i propri figli e aiutandoli ad esprimere le proprie emozioni. Accettare che non esistono verità assolute a cui loro possano aggrapparsi per trovare una soluzione alle proprie insicurezze permetterà loro di aiutarli a costruirsi gli strumenti per diventare sempre più resilienti e ritrovare la serenità necessaria per tornare ad abbassare quella mascherina.