top of page

Rabbia: da quali corde parte quel "vaffanculo"?

Che sia un gesto, una parola o un pensiero, la rabbia è un’emozione tendenzialmente indirizzata verso qualcun’altro. Quante volte abbiamo litigato con un familiare o un amico dicendo cose di cui poi ci siamo pentiti? Oppure, anche senza manifestare apertamente i nostri sentimenti a parole, abbiamo usato il potere della telepatia per mandare un bel “Vaffanculo”?


Di solito si pensa che alcune espressioni di collera siano più giustificate di altre. Ad esempio, prendere a pugni il muro una volta scoperto il tradimento del partner è considerato normale, mentre arrabbiarsi per un bidone tirato all’ultimo secondo è più a discrezione della sensibilità della persona. In realtà, entrambe le situazioni hanno una cosa in comune: nascono dalle nostre vulnerabilità.


Se questa frase crea più confusione che altro, può essere di aiuto realizzare che la rabbia non è l’unica alternativa, anche se sul momento ci sembra sia così. Ovviamente è normale innervosirsi se si viene “paccati”, eppure alcune persone se ne andrebbero fischiettando, prendendola con filosofia. Forse sarebbero un po’ tristi del mancato incontro, magari addirittura indispettiti, ma la felicità di essersi fatti una passeggiata prevarrebbe sull’astio. Qual è la differenza? Perché alcuni si arrabbierebbero mentre altri no?


Dobbiamo immaginarci come delle chitarre con delle corde che vibrano più di altre, a seconda della propria storia e sensibilità. Una può essere quella del “controllo”, per cui avere tutto secondo i piani diventa essenziale per non sentirsi persi. Un’altra, invece, può essere quella dell’”abbandono”, per cui cancellare l’appuntamento viene percepito come poco interesse. In altre parole, le corde corrispondono a dei temi profondi che riguardano solo noi e la cui vibrazione ci scuote al punto di farci arrabbiare. La colpa dell’altro, quindi, diventa soprattutto quella di averle fatte suonare.


Non è facile: ci vuole tempo per capire quali sono i nostri temi, oltre che voglia di guardarsi dentro. Tuttavia, ciò che è importante tenere a mente è che, a prescindere dall’avere torto o ragione, la vibrazione della corda non viene mai da fuori, ma parte da dentro. Non è mai solo l’altro che “ci fa perdere la testa”, ma siamo noi che abbiamo qualcosa dentro che “ci scombussola”. Assumersi la responsabilità delle nostre vibrazioni ci permette di avere discussioni costruttive dove, invece di attaccare, cerchiamo piuttosto di comunicare partendo da quelli che sono i nostri sentimenti, creando una vicinanza invece di una distanza. È a quel punto che quella vibrazione che prima provocava il suono del “Vaffanculo” può dare origine a… “Perchè sto vibrando?”.


38 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page